La solitudine del lettore

Forse è successo anche a te, sei immerso nella lettura di un libro, stai seguendo il filo del racconto e non ti accorgi di ciò che ti succede intorno o di qualcuno che ti sta parlando.

E’ normale. Mentre leggiamo qualcosa che è molto interessante oppure difficile da capire, la mente è così concentrata che si isola da tutto, si richiude solitaria nel suo mondo.

Quando siamo impegnati nella lettura infatti c’è bisogno di ridurre o eliminare gli altri stimoli ambientali, di avere tranquillità e silenzio per comprendere, immaginare e vivere ciò che stiamo leggendo.

E’ questa la solitudine del lettore.

Così come lo scrittore è solo quando scrive e resta concentrato e immerso nella storia che sta scrivendo, il lettore è solo quando legge.

Chi non è allenato a questo tipo di solitudine, che sia un bambino o un adulto, non può essere un abile lettore. La capacità di stare soli, di reggere lo spazio della solitudine è una condizione essenziale per la lettura.

Se hai un bimbo di quattro o cinque anni o nelle prime classi della scuola primaria, ricordati di questo aspetto della abilità di lettura: ogni bimbo per imparare a leggere deve poter sostenere la solitudine del lettore.

L’abitudine a brevi spazi di solitudine, che portano con sé calma e concentrazione, è qualcosa che possiamo sperimentare e insegnare ai nostri piccoli.

Possiamo abituarci a stare qualche istante in silenzio, spegnere il televisore, la radio o altri suoni che fanno da sottofondo alle nostre attività. Possiamo zittire i rumori che ci distraggono dai nostri pensieri, dal contatto con noi stessi e riempiono il vuoto di cui a volte abbiamo paura.

I suoni e i rumori continui creano agitazione e confondono la mente, soprattutto quella dei bimbi, che stanno imparando ogni giorno cose nuove.

Il silenzio della solitudine porta con sé tranquillità, riflessioni, ricordi e pensieri. A volte porta anche noia e va bene, la noia diventa stimolo perché la mente possa creare situazioni nuove.

Un adulto che sa stare da solo e in silenzio, soprattutto oggi in cui è normale condividere con tante persone le proprie esperienze, riesce a tenersi in contatto con il proprio mondo interno, con i propri pensieri e le proprie emozioni, guadagnando maggiore equilibrio interiore e serenità.

Un bambino che sa stare da solo, inventare giochi o attività in autonomia, ha una mente attiva, libera e creativa. E’ più preparato ad accogliere gli stimoli che arrivano dalla lettura, può comprendere più facilmente le parole lette e la sua mente avrà più calma, tranquillità e benessere.

Inizia subito a riservare dei momenti tutti per te e ad insegnare ai tuoi bimbi a stare un po’ da soli.

Nelle pause di lavoro, soprattutto se hai a che fare continuamente con altre persone, stai qualche minuto in tranquillità e solitudine. Trova nelle tue giornate un piccolo spazio per fare passeggiate da solo, sport individuali o per dedicarti al tuo hobby preferito. Questi sono i momenti in cui la mente può elaborare i pensieri e creare cose nuove.

Dai qualche spunto anche al tuo bimbo per passare un po’ di tempo in modo autonomo spegnendo il televisore e il tablet. Può disegnare, giocare con le costruzioni, sfogliare libri, fare una passeggiata al parco con te.

Un po’ di solitudine ci porta benessere e migliora la capacità di concentrazione dei bambini. Quando ne facciamo l’esperienza, diventa facile trovare e difendere questi momenti nelle nostre giornate.

Ti è già capitato di vivere momenti così e di sentirne i benefici?

 

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